Domande frequenti

Cosa si intende per viaggianti?

Con il termine viaggiante si vuole proporre una nuova figura attanziale generale, da inserire accanto a quelle canoniche già individuate da Greimas. Se con viaggiatore si intende qualcuno che intraprende un viaggio spinto da un motivo ben preciso, con viaggiante si fa riferimento a qualcosa di più astratto, a chi intraprende un qualsiasi tipo di trasferimento a prescindere dal motivo per cui decide di spostarsi. Il viaggiante è il soggetto del viaggio e lo valorizza secondo una determinata pertinenza (da intendersi come punto di vista, come collegamento tra chi osserva e ciò che viene osservato).

Esempio: un alpinista rappresenta un tipo di viaggiante e la sua pertinenza può essere la passione per la montagna. Una lady rappresenta un altro tipo di viaggiante e la sua pertinenza può essere la curiosità intellettuale, il seguire la moda turistica dell'epoca o il mettersi alla prova e sfidare i pregiudizi che reputavano le donne poco adatte al viaggio.

Perché per gli itnereari e le guide non viene indicato il tipo di viaggio?

Per gli itnerari e le guide si è preferito (almeno per il momento) non indicare la tipologia di viaggio, perché ciò che viene descritto nel testo non è l'esperienza effettivamente vissuta dall'autore, ma solamente i luoghi da lui visitati.

Perché ci sono così pochi testi sull’alpinismo? 

Si è preferito dare considerazione marginale ai testi esclusivamente dedicati all’alpinismo, ritenuti troppo focalizzati sulla sfida fine a sé stessa con la montagna e troppo poco sui fattori sociali e culturali che consentono la programmazione, l’attuazione e la valutazione dell’esperienza del viaggio e sul modo in cui questi fattori siano evoluti nel corso degli anni. 

Un altro genere a cui si è deciso di dare considerazione marginale è stato quello dei testi letterari, essenzialmente per la scarsa quantità di esemplari a disposizione.

Perché i testi selezionati arrivano solo fino ai primi decenni del Novecento?

Per il momento i testi selezionati non superano i primi decenni del Novecento perché le esperienze di viaggio successive alla Prima Guerra Mondiale sono state ritenute già più simili a quelle odierne, e quindi relativamente meno interessanti dal punto di vista tecnico-organizzativo, cioè tutto ciò che concerne la preparazione del viaggio e i modi di spostarsi. 

Meno interessante è anche il modo in cui viene vissuta l'esperienza di viaggio, perché dopo le Guerre Mondiali il turismo montano evolve, aprendosi alle masse e diventando più accessibile, e con esso evolvono anche il territorio valdostano e la sua cultura dell'accoglienza. La ricerca ha invece preferito concentrarsi su un periodo in cui viaggiare non era cosa scontata, gli spostamenti erano lenti e sfiancanti, le informazioni sulla destinazione poche, la cultura dell'accoglienza turistica piuttosto scarsa.

L'ospizio del Gran S. Bernardo è in territorio svizzero. Perché viene considerato parte del viaggio in Valle d'Aosta?

Pur sorgendo sul territorio vallese, l'ospizio è stato fondato dall'allora Arcidiacono di Aosta San Bernardo, ed è quindi collegato alla Valle non solo in maniera simbolica, ma anche concreta, visto che le provviste e la legna destinate ai monaci venivano fornite anche da St. Rhémy. L'ospizio è sia un punto di incontro tra due nazioni, sia una sorta di luogo neutro, poiché accoglie chiunque abbia bisogno di asilo, senza discriminazioni di genere, classe sociale o nazionalità. Ecco perché si è deciso di considerarlo come parte del viaggio in Valle d'Aosta.

Da dove sono state prese le immagini utilizzate nel sito?

Le illustrazioni contenute nel sito sono state prese dalle seguenti opere:

The Grand Paradis from near Cogne, The peaks and valleys of the Alps, pag. 45 (Home)

The tower of the Leper, front view, The Alps, Switzerland, and the North of Italy, pag. 125 (Home)

The Lyskamm from near Gressonay, A lady's tour round Monte Rosa, pag. 309 (Le opere)

Entrance to Aosta, The Tourist in Italy, frontespizio (Il progetto)

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